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  • Arriva la “legge Ferragni”: dai cachet tassati alla beneficenza non retribuita

    Arriva la “legge Ferragni”: dai cachet tassati alla beneficenza non retribuita

    I tempi d’oro degli influencer, caratterizzata dalla possibilità di ricevere compensi senza dichiararli, sta giungendo al termine. A breve, saranno tenuti a rendere pubblico il loro compenso, abbandonando l’era in cui potevano ricevere sponsorizzazioni e donazioni senza dover dichiarare nulla, presto, invece, saranno soggetti a regole fiscali (come tutti i comuni mortali), più rigide che imporranno loro di pagare le tasse anche su tali entrate e regolarizzando la loro attività indipendente con la partita iva. Questo comporterà non solo la dichiarazione dei loro compensi, ma anche l’adempimento agli obblighi fiscali e contabili associati a un’attività professionale, garantendo maggiore trasparenza e conformità alle normative vigenti.

    La vicenda del “Pandorogate” della Ferragni ha sollevato un polverone mediatico e ha messo a dura prova la credibilità degli influencer. Chiara Ferragni, infatti, è stata accusata di aver pubblicizzato in modo ingannevole il pandoro della Balocco, senza specificare che si trattava di una collaborazione retribuita e non benefica come invece ha fatto credere ai suoi follower e ai consumatori.

    La vicenda ha avuto un impatto significativo sull’opinione pubblica, che ha iniziato a interrogarsi sulla trasparenza e sull’etica dell’attività di sponsorizzazione degli influencer.

    In precedenza, infatti, l’attività di sponsorizzazione degli influencer non era regolamentata da alcun tipo di ente. Gli influencer erano liberi di pubblicizzare qualsiasi prodotto o servizio, senza essere obbligati a specificare se si trattava di una collaborazione retribuita e tantomeno di dichiarare i grossi volumi di guadagni.

    Tuttavia, la vicenda del “Pandorogate” ha portato a una crescente richiesta di regolamentazione e di “rimettere ordine nel far west della beneficenza”. La Codacons come altre associazioni di consumatori stanno pressando il governo, affinché si possano introdurre norme, che garantiscano la trasparenza e l’etica dell’attività di sponsorizzazione, nel più breve tempo possibile.

    Nella sua ultima conferenza stampa di fine anno anzi di inizio anno, la premier Giorgia Meloni, riguardo questo argomento, ha annunciato l’intenzione del governo di presentare un disegno di legge per regolamentare la trasparenza della beneficenza. Il disegno di legge, che è stato soprannominato “legge Ferragni“, prevede l’estensione ai privati di tutti gli obblighi di trasparenza previsti per le donazioni a enti, onlus e fondazioni.

    Gli influencer dovrebbero essere trasparenti sulle opere caritatevoli che effettuano, indicando l’entità della donazione, l’organizzazione benefica beneficiaria e la destinazione dei fondi. In questo modo, i donatori possono essere informati su come vengono utilizzati i loro soldi e possono verificare che le donazioni siano effettivamente destinate alla causa che supportano.
    Gli influencer non dovrebbero essere autorizzati a ricevere compensi o benefici per la loro attività di beneficenza.

    In caso contrario, si potrebbe creare un conflitto di interessi che potrebbe portare a una distorsione della comunicazione e a una mancanza di trasparenza. I  donatori dovrebbero avere diritto a un rimborso in caso di abusi o frodi. In questo modo, possono essere tutelati in caso di eventuali problemi.

    Si prevede un aumento della trasparenza anche nelle sponsorizzazioni, con l’obiettivo di informare i consumatori sulla compensazione delle partnership con testimonial. L’intenzione è fondamentalmente quella di rendere noto al consumatore se la collaborazione con un testimonial, che presta la propria immagine per lanciare il prodotto in questione, come potrebbe essere un influencer, sia o meno retribuita.

    La proposta del governo è stata accolta con favore da alcune associazioni di beneficenza, che hanno sottolineato l’importanza di garantire la limpidità e l’etica dell’attività di beneficenza.

    Il disegno di legge è ancora in fase di elaborazione, ma è probabile che venga presentato al Parlamento entro la fine dell’anno.

    Se vi viene presentata una richiesta di denaro per la beneficenza, è importante fare alcune ricerche prima di donare. Potete farlo visitando il sito web dell‘organizzazione benefica, leggendo le recensioni online o contattando l’organizzazione direttamente.

    Qui di seguito alcuni consigli per le ricerche:

    • controllate la reputazione dell’organizzazione benefica. Potete farlo visitando siti web come Charity Navigator o GuideStar. Questi siti web forniscono informazioni sulle organizzazioni benefiche, tra cui la loro reputazione, la loro attività e i loro risultati; 
    • leggete le recensioni online, potete trovarle su siti come Trustpilot o Yelp. Può aiutarvi a capire cosa pensano gli altri dell’organizzazione benefica;
    • potete contattare l’organizzazione benefica direttamente per saperne di più sul suo lavoro e su come vengono utilizzati i fondi.

    Se non siete sicuri di un’organizzazione benefica, è meglio evitare di donare. Meglio optare per altre più affidabili che meritano e necessitano del vostro sostegno. 

    In conclusione, la beneficenza è un’opportunità importante per sensibilizzare su cause importanti e per raccogliere fondi per aiutare chi ne ha bisogno. Tuttavia, è fondamentale che quest’attività venga condotta con trasparenza, etica e rispetto nei confronti dei donatori.

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    Luisa Fascinelli

  • Ferragni: un Natale senza social e  sponsorizzazioni, che disastro!

    Ferragni: un Natale senza social e sponsorizzazioni, che disastro!


    La web reputation di Chiara Ferragni sta attraversando un periodo difficile, con il suo impero che sembra mostrare segni di crollo. Dopo la multa di 1 milione di euro inflitta dall’Antitrust, dal 18 dicembre, dopo aver pubblicato “il video del pentimento”, il suo profilo Instagram, che conta 95.000 euro a post, si è immerso in un silenzio social, perdendo costantemente seguaci. Questo comportamento potrebbe essere interpretato come un periodo di riflessione, durante il quale sta valutando insieme al suo entourage la migliore strategia da adottare a fronte della situazione in corso.

    Su Instagram, il marito Fedez è ricomparso due giorni fa’ con stories relative alla chiusura della stagione del suo podcast e la sera della vigilia, ha condiviso ulteriori stories di sua figlia, impaziente di ricevere i regali di Natale, e della loro cucciolona Paloma che giocava con un frisbee, presumibilmente nei giardini di City Life, dove la famiglia Ferragnez possiede una residenza. In questo contesto, sembra che l’intera famiglia sia rimasta a Milano anziché partire per la montagna, per ora. Il motivo di questa scelta potrebbe essere correlato al momento critico che l’influencer sta attraversando.


    La domanda che tutti si pongono è se la famiglia Ferragnez partirà davvero nei prossimi giorni per le vacanze in montagna, o se la situazione è stata influenzata dal fatto che l’intera vacanza fosse sponsorizzata e, non potendo pubblicizzare nulla, l’intero piano è saltato. La risposta a questi dubbi verrà probabilmente molto presto.

    Nel frattempo, il giorno della vigilia, Chiara Ferragni è stata paparazzata al Parco Sempione a Milano in compagnia dei suoi figli e della madre, ma senza la presenza del marito.

    @chiaraferragni ig


    Al momento, la procura di Milano ha avviato due fascicoli conoscitivi, (più uno della procura di Cuneo, provincia dove è sita l’azienda Balocco), uno riguardante il pandoro BaloccoPink Christmas” e l’altro le uova di Pasqua di Dolci Preziosi. Entrambe le aziende avevano effettuato donazioni prima della collaborazione con Chiara Ferragni a fini benefici, ma sembra che, nonostante le affermazioni pubbliche di destinare i proventi delle collaborazioni alla beneficenza per bambini malati, i compensi milionari ricevuti dall’influencer siano stati interamente trattenuti da lei senza effettuare ulteriori donazioni. L’inchiesta mira anche fare chiarezza sui prezzi dei pandori, venduti a un prezzo più che raddoppiato con la motivazione di donare il più possibile all’ospedale Regina Margherita di Torino.

    La Guardia di Finanza sta acquisendo documenti da entrambe le aziende dolciarie e dalle attività di Chiara Ferragni per chiarire il contesto di questa situazione. L’Antitrust sospetta che potrebbe essere un modus operandi dell’influencer abbinare entrambe le attività senza effettuare effettive donazioni benefiche.

    Se i controlli effettuati confermassero che i vari post e stories sponsorizzati da Chiara Ferragni sull’indirizzamento dei proventi delle sue collaborazioni a fini benefici non corrispondessero alla realtà e che i consumatori sono stati indotti a credere erroneamente che i loro acquisti contribuissero alla beneficenza, ciò potrebbe configurare una pratica commerciale scorretta. In molti paesi, tra cui l’Italia, esistono leggi che vietano la pubblicità ingannevole e che richiedono trasparenza nelle pratiche commerciali.


    Se le indagini rivelassero eventuali irregolarità o un mancato rispetto degli impegni dichiarati, ci potrebbero essere conseguenze legali e reputazionali significative per lei e le aziende coinvolte. Il reato ipotizzato dalle inchieste della procura potrebbero essere per truffa o frode in commercio.

    È innegabile che il popolo dei social stia seguendo da vicino le vicende legate all’influencer, e la decisione di Chiara Ferragni di adottare la modalità Instagram off è sicuramente in questo momento la via maestra. Ma sappiamo bene che per un‘influencer, il periodo natalizio è uno dei più vantaggiosi per le collaborazioni e le sponsorizzazioni, e la mancata attività sul web rappresenta una perdita notevole in termini di visibilità e soprattutto di guadagno.

    Certamente, le preoccupazioni della Ferragni non finiscono qui, potrebbero dipendere anche dal fatto che, se le entrate dovessero continuare a diminuire a causa delle indagini, nonostante il suo patrimonio stimato in più di 40 milioni di euro, potrebbe trovarsi nella necessità di ridimensionare il suo tenore di vita. Questo considerando gli impegni finanziari legati ai dipendenti, alla villa sul Lago di Como, all’attico a Milano e a molte altre spese quotidiane. Uno stile di vita di tale livello implica continui introiti per evitare di attingere dai suoi investimenti o patrimonio. Certamente, pur avendo numerosi contratti pubblicitari, se il suo periodo di inattività sui social dovesse prolungarsi, sarà necessario cercare soluzioni alternative per mantenere la stabilità finanziaria.

    Resta da vedere come la Ferragni riuscirà a gestire le implicazioni legali e la sua immagine social e la sua reputazione legata alle indagini in corso.

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    Luisa Fascinelli

    https://youtu.be/h5e63ZbPXAk?si=xPvKjmjgiVDYBbNp