Il nostro sito Golfo dei Poeti news si arricchisce di una nuova e interessante sezione dedicata ai Podcast, dove approfondiremo i temi più caldi del momento. In questa puntata, ci concentreremo sull’ultima udienza del processo a Impagniatello, accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano.
Alessandro Impagnatiello afferma di essere una persona diversa, più lucida e consapevole rispetto a com’era lo scorso anno dopo l’uccisione della sua ex fidanzata.
Ad un anno esatto dalla morte di Giulia Tramontano e del figlio che aspettava, Thiago, Impagnatiello risponde in aula alle domande della pm Letizia Mannella nel processo in cui è imputato per omicidio pluriaggravato, distruzione di cadavere e interruzione non consensuale di gravidanza.
Ha ucciso Giulia Tramontano, cagionando l’interruzione della gravidanza?”, domanda la pm. “Sì”, risponde Impagnatiello. “Ho ucciso Giulia il 27 maggio e ho occultato il suo corpo. Questo processo mi sta aiutando a mettere a posto tasselli che erano sparsi e confusi nella mia testa. Sono qui per esprimere la verità”.
Purtroppo la verità, quella vera, la raccontano le analisi forensi non lui, che continua ad annegare nelle sue bugie. Nel podcast qui di seguito, potrete ascoltare le dichiarazioni rese dall’imputato durante l’udienza. Il suo racconto, crudo e ricco di incongruenze, lascia trapelare la sua continua attitudine a mentire pur di sfuggire all’ergastolo
È iniziata la prima udienza presso l’aula della Corte d’Assise di Milano, dove è imputato Alessandro Impagnatiello, l’ex barman di 30 anni accusato di omicidio volontario aggravato, incluso il reato di premeditazione. L’accusa riguarda il tragico omicidio in cui Impagnatiello avrebbe ucciso la sua fidanzata Giulia Tramontano, di 29 anni e incinta al settimo mese, con ben 37 coltellate nella loro abitazione a Senago, nel Milanese, il 27 maggio scorso.
Il legale di parte civile, Giovanni Cacciapuoti, ha dichiarato prima dell’inizio dell’udienza che i familiari di Giulia Tramontano auspicano che la condotta dell’imputato sia sanzionata in modo proporzionata alla gravità del gesto. La famiglia di Giulia chiede, pertanto, una condanna all’ergastolo per l’accusato.
Durante l’udienza Impagnatiello ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee: sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza. Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità – ha aggiunto. Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono.
La story di risposta a Impagliatello della sorella di Giulia.
Il pentimento di Alessandro Impagnatiello è “assolutamente” sincero, ha dichiarato il suo difensore Giulia Gerardini fuori dall’aula. “Le scuse sono partite da lui. Non sa spiegare quello che è accaduto, è sgomento e si sente molto male. Era la prima occasione per parlare con la famiglia e quindi si è sentito di chiedere scusa sentitamente”. L’avvocato ha poi aggiunto che il barman “si trova in una situazione di grandissimo dolore”. “È appena iniziato il processo, siamo tranquilli e andiamo avanti”.
Il legale ha evidenziato che le dichiarazioni di Impagnatiello arrivano in un momento processuale ancora in fase iniziale. Ha sottolineato che, essendo in questa fase, l’imputato non può essere sottoposto a domande e ha il pieno diritto e la libertà di esprimere ciò che ritiene opportuno per tutelare la sua posizione giuridica. Il legale ha inoltre messo in luce il fatto che le scuse del barman sono giunte sette mesi dopo la tragedia.
“Il signor Impagnatiello non si è reso responsabile di un gesto estemporaneo, ma ha propinato per mesi veleno topicida alla compagna e al proprio figlio. Questa è una cosa che addolora immensamente, sarebbe stato già difficilmente digeribile e inconcepibile se fosse stato frutto di una reazione spontanea spropositata. Le carte dicono cose diverse” ha aggiunto l’avvocato dei Tramontano.
Poco prima dell’inizio dell’udienza, giornalisti e curiosi sono stati fatti uscire dall’aula, che era stracolma. La prima Corte di Assise di Milano ha deciso di vietare le riprese audio e video nel processo a carico di Impagnatiello, poiché nessuna delle parti coinvolte ha acconsentito alle riprese.
Nonostante l’interesse pubblico del procedimento, considerato il primo ad essere celebrato dopo l’emissione della legislazione emergenziale da parte del governo in materia, la Corte ha stabilito che il mancato consenso delle parti deve prevalere, evitando così la documentazione audio e video delle fasi processuali.
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La sorella di Giulia Tramontano, Chiara, intervistata alla trasmissione Ore 14 su Rai Due di MiloInfante, sottolinea l’importanza che Impagliatello, responsabile dell’omicidio della 29enne venga condannato all’ergastolo: “almeno quando guarderemo la lapide di mia sorella, sapremo che la persona che le ha causato tutto questo e ci ha distrutto la vita, non ha nemmeno lui più una vita”.
Le parole di Impagliatello appena arrivato in carcere: ieri bevevo il caffè in via Montenapo(leone) e oggi sono a San Vittore, continuando a mostrarsi spavaldo come se fosse lì per una casualità, e non perché ha ucciso Giulia.
Il 30enne ex barmanAlessandro Impagnatiello, accusato di omicidio volontario aggravato per la morte della fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, è rappresentato dagli avvocati Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, che hanno indicato uno psicologo e uno psichiatra, come due unici testimoni/consulenti, per la prima udienza davanti alla Corte d’Assise di Milano (i giudici togati sono: Antonella Bertoja e Sofia Fioretta e sei popolari).
La decisione della difesa di chiamare solo esperti del settore come testimoni sembra orientarsi verso una possibile richiesta di perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere di Impagnatiello al momento dei fatti. Le relazioni dei consulenti non sono ancora state depositate.
Dall’altra parte, l’accusa rappresentata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm AlessiaMenegazzo ha incluso nella lista dei testimoni gli investigatori che hanno condotto l’inchiesta, i consulenti tecnici responsabili degli accertamenti scientifici, e tutti i familiari della vittima.
Tra i testimoni dell’accusa sarà presente anche l’altra donna con cui il 30enne aveva contemporaneamente una relazione. La 23enne italo/inglese, che aveva conosciuto e dimostrato solidarietà a Giulia proprio il 27 maggio, dichiarò di non aver fatto entrare Impagnatiello in casa quella stessa sera per “paura”, come da verbale. In base alle indagini, gli inquirenti hanno sempre considerato la possibilità che avrebbe potuto uccidere anche lei.
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Giulia Tramontano è stata pugnalata nove volte prima di perdere la vita, e 28 volte dopo la sua morte. Questa è quanto la giudice Angela Minerva, scrive nel documento che ha portato il convivente di Giulia, Alessandro Impagnatiello, a essere processato davanti alla Corte d’Assise di Milano. La giudice riconosce tutte e quattro le circostanze aggravanti contestate dalla pm Alessia Mengazzo: premeditazione, crudeltà, vincolo della convivenza e futili motivi.
Il trentenne rischia l’ergastolo, ma avrà la possibilità di partecipare ai programmi di giustizia riparativa. Il 18 gennaio 2024, sarà sottoposto a processo con rito immediato, che permette di evitare l’udienza preliminare e procedere direttamente al dibattimento.
Impagniatello si dovrà difendere dalle accuse di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale.
La famiglia Tramontano, rappresentata dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti, è pronta a costituirsi parte civile nel processo dopo che Giulia è stata uccisa poche ore dopo l’incontro con l’amante di Impagnatiello. Anche il Comune di Senago dovrebbe prendere la stessa decisione.
La Procura di Milano ha richiesto il procedimento giudiziario con rito immediato per Alessandro Impagnatiello. L’uomo è accusato di omicidio pluriaggravato, soppressione di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale nei confronti di GiuliaTramontano, sua compagna di 29 anni, che è stata tragicamente assassinata mentre era incinta di sette mesi. L’evento avvenuto il 27 maggio scorso nell’appartamento in via Novella a Senago (Mi).
L’istanza, sottoscritta dalla procuratrice Alessia Menegazzo e dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella, sarà esaminata dalla giudice per le indagini preliminari Angela Minerva. Secondo quanto emerso dall’autopsia, precedentemente ordinata dalla procura, è emerso che per mesi Impagnatiello avrebbe cercato di avvelenare la sua compagna. Se la richiesta sarà accolta, il barman finirà direttamente davanti alla Corte di Assise di Milano. Riconosciute le aggravanti della «premeditazione» e della «crudeltà»
Le prove di questo presunto avvelenamento risiedono nelle tracce di Bromadiolone, un principio attivo dei veleni per topi, che sono state scoperte nel sangue di Giulia e nei capelli del feto. Dalle analisi, tuttavia, non è stato possibile determinare se la somministrazione sia avvenuta attraverso piccole dosi per un lungo periodo o in un’unica volta con una quantità elevata.
I Carabinieri della Squadra Omicidi del nucleo investigativo di Milano hanno costantemente considerato come prima ipotesi il coinvolgimento di Impagnatiello. Dalle indagini è emerso che all’inizio di gennaio, Impagnatiello aveva effettuato delle ricerche su Internet riguardo agli effetti e ai dosaggi di veleno per uccidere una persona.
Giulia Tramontano è deceduta dissanguata a causa delle 37 coltellate inflitte dal compagno, come stabilito dall’autopsia. I medici legali hanno riferito nella loro relazione depositata alla procura che “c’è la massima infiltrazione emorragica delleferite di significato certamente vitale“. Questa definizione scientifica indica che la ragazza è deceduta solo dopo aver ricevuto l’ultima delle coltellate.
Si ritiene che Impagnatiello abbia colpito la ragazza con un coltello preso dalla cucina, infliggendo ferite al volto, all’area del collo e al torace. L’esame del corpo della vittima non ha evidenziato alcuna lesione sulle mani e sugli avambracci, indicando l’assenza di un tentativo di reazione. La morte di Thiago, è stata una diretta conseguenza della perdita della madre.
Giulia non sta abbracciando l’amante di Impagnatiello
La sorella Chiara Tramontano: quello non è un abbraccio
Sta girando da qualche giorno una foto di un frame di una videocamera di sorveglianza dove si vede Giulia Tramontano che sembra venga abbracciata dall’altra donna con cui Impagnatiello aveva una relazione, ma la sorella Chiara Tramontano in un post su Facebook scrive queste testuali parole:
Ho sempre rifiutato di rilasciare interviste o messaggi di ricordo di mia sorella. Il dolore è un’esperienza così intima che è difficile condividerla con sé stessi, figuriamoci con gli altri. Però c’è una cosa che non tollero : sentirvi dire che l’ultimo abbraccio di Giulia con l’amante del suo compagno sia un lume di solidarietà in questa storia buia. Lascio qui la mia opinione perché ho bisogno di gridarla affinché quel frame catturato dalle telecamere possa essere osservato con gli occhi della verità.Mia sorella si è avvicinata al suo interlocutore con le braccia cadenti lungo il corpo. Viene avvolta da un abbraccio che NON ricambia. Giulia NON abbraccia la donna che si è intrufolata in casa sua ricoprendo il ruolo dell’amante. E ciascuno di noi avrebbe fatto la stessa cosa.La verità è che si sta cercando una morale inesistente nella tragedia che ha sconvolto le nostre vite. La solidarietà è altro, ha diverse tempistiche ed é mossa dal bene.
Cara Giulia, mi manchi tutti i giorni. Mi manchi come la pace che non ho più. Come la rabbia che mi annega. Come le ingiustizie che mi inghiottiscono. E forse mi avresti detto, se fossi stata in vita, di lasciare stare, ma non avrebbe funzionato. Non ti ha salvato l’amore e la solidarietà, ma le mie unghie difenderanno il tuo ricordo per sempre.
Guarda il video dettagliato
Sappiamo già che Impagnatiello, ha ripetutamente cercato di avvelenare Giulia Tramontano mentre era incinta. Queste circostanze sono state ricostruite dalla procura e riportate dal quotidiano la Repubblica. Un esempio di ciò è accaduto il 16 febbraio, quando Impagnatiello, barman presso l’Armani Café, ha effettuato tramite il suo cellulare un ordine per una bottiglia di cloroformio stabilizzato con amilene. Ha utilizzato un nome fittizio, Andrea Valdi, e creato un indirizzo email per l’occasione, pagando infine l’ordine attraverso il suo conto paypal. Successivamente ha ritirato il pacco contenente il cloroformio in un centro di spedizione Gls. Dagli accertamenti medici legali, risulta che il cloroformio lo stava già utilizzando da mesi per avvelenare Giulia e il feto. Oltretutto la donna nelle settimane precedenti alla sua morte continuava a lamentarsi che si sentiva sempre male e non riusciva a dormire.
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Nelle indagini sull’omicidio di Giulia Tramontano e del suo nascituro Thiago, si è scoperto che nel corpo della donna erano presenti tracce di sostanze tossiche, compatibili con veleno per topi. Lo stesso tipo di veleno è stato trovato nella cucina della casa in cui Giulia conviveva con Alessandro Impagnatiello. Per chi non conoscesse la storia, Giulia è stata uccisa dal suo fidanzato con 39 coltellate tra il 29 e 30 maggio, dopodiché ha nascosto, prima il corpo in cantina e poi nel portabagaglio della sua T-Roc bianca, per poi abbandonarlo in un’area vicina ad alcuni box a Senago (Milano). Questo potrebbe aggravare la posizione di Impagnatiello, poiché l’ipotesi di premeditazione, inizialmente respinta da lui e poi rigettata dal Gip, sta diventando più plausibile. Infatti, si è scoperto che Impagnatiello aveva cercato online informazioni su come uccidere con veleno per topi, come uccidere una donna incinta con il veleno e come avvelenare un feto, qualche giorno prima dell’omicidio. Questi dettagli si aggiungono al fatto che Impagnatiello era in possesso di confezioni di veleno per topi e che Giulia aveva accusato sintomi che erano stati scambiati per nausea da gravidanza.
Indiscrezioni dell’ultima ora dicono che è stata rilevata la presenza di veleno per topi con un ‘aumento’ delle somministrazioni ‘negli ultimi 45 giorni’. La giovane di 29 anni, deceduta dissanguata, è rimasta viva anche dopo le prime coltellate.”
Guardate il mio video sugli aggiornamenti del delitto
Attualmente, la consulenza medico legale relativa all’omicidio di Giulia Tramontano e del suo bimbo non è ancora stata presentata ufficialmente alla Procura di Milano. Ciò che è stato riportato finora sono solo anticipazioni, come dichiarato da Il Giorno. Tuttavia, queste notizie hanno portato a una richiesta di prolungamento dei tempi per le indagini. L’obiettivo principale è delineare le possibili circostanze aggravanti al fine di perseguire l’ergastolo come condanna in primo grado, oltre ai futilimotivi e al legame parentale. È improbabile che possa essere stabilita l’aggravante di duplice omicidio, dato che attualmente non esiste una base giuridica adeguata per tale accusa.
Il corpo di Giulia è stato parzialmente bruciato, il che complica l’accusa di crudeltà. Non è confermato se sia morta dopo la prima coltellata. Presto saranno aggiunte le conclusioni dei carabinieri, l’analisi dei dispositivi di Impagnatiello e informazioni scientifiche sulle tracce e le impronte.
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