Tag: Fabio Fazio

  • Chiara Ferragni da Fazio diventa  l’Oppenheimer dei social©

    Chiara Ferragni da Fazio diventa l’Oppenheimer dei social©

    Chiara Ferragni da Faioa CTCF
Golfo dei poeti news

    Audace l’affermazione di Fazio che paragona Chiara Ferragni a Oppenheimer

    L’attesa intervista di Chiara Ferragni, ospite a “Che Tempo Che Fa” con Fabio Fazio domenica 3 marzo, ha suscitato notevoli polemiche. Nonostante uno share considerevole ma non eclatante, è stata ampiamente criticata come un “flop incredibile” poiché non sono emerse informazioni nuove rispetto a quanto già noto.

    L’inizio dell’intervista è sembrato quasi una pubblicità a favore dell’influencer, enfatizzando tutti gli aspetti positivi del suo personal brand e della sua popolarità. Questo è stato percepito come un eccesso d’importanza, considerando il contesto giudiziario in cui si trova attualmente l’intervistata.

    Le domande di Fazio sono sembrate superficiali, non sono stati approfonditi adeguatamente gli argomenti e questo ha deluso chi sperava in una discussione più accesa. Era evidente a tutti che l’intervista sarebbe stata “di cortesia”, con domande concordate in precedenza, eludendo gli argomenti considerati “scomodi”.

    Un momento particolarmente controverso è stato quando Chiara Ferragni ha affrontato il discorso riguardante la pubblicità legata al pandoro Balocco. Ha insistito sul fatto che chi avesse acquistato il pandoro “brandizzato Ferragni” avesse “frainteso” il suo messaggio e la sua buona fede. Purtroppo molti, invece, hanno comprato il pandoro credendo che i proventi sarebbero stati devoluti in beneficenza all’Ospedale Regina Margherita di Torino.

    Ci sarebbe da chiedersi come certe affermazioni potrebbero essere interpretate in un contesto legale, come quello di un’indagine della procura.

    Chiara Ferragni CTCF
Golfo dei Poeti news
    L’emozione durante l’intervista.

    Spiegando questo passaggio, è stato omesso il fatto che Chiara Ferragni e le sue società hanno ricevuto un milione di euro per la promozione del “pandoro pink christmas” sui suoi canali social, e nessuna parte di questa cifra sarebbe stata donata. La beneficenza, all’Ospedale Regina Margherita da parte della Balocco di 50mila euro, è avvenuta invece a maggio 2022, data antecedente alla stipula del contratto con Chiara Ferragni.

    Il momento clou, che ha lasciato tutti perplessi, è stato il paragone fatto da Fazio tra Chiara Ferragni e Oppenheimer, lo scienziato coinvolto nello sviluppo della bomba atomica. Tale equiparazione è apparsa inappropriata e sproporzionata, sollevando interrogativi sulla scelta di utilizzare un riferimento così significativo per descrivere un personaggio social.

    Fazio, durante l’intervista ha anche definito i Ferragnez come una “famiglia reale”, beh questo confronto oltre a essere completamente fuori luogo, non ha alcun senso, la famiglia Ferragni, seppur di grande risonanza mediatica, è ben lontana dalla tradizione e concezione di una “Royal Family”.

    In conclusione, nell’intervista, Chiara Ferragni ha perso l’opportunità di chiarire la sua posizione e di chiedere scusa, forse a causa della difficoltà di esprimersi adeguatamente in un contesto del genere o forse per evitare di ammettere di aver guadagnato, nel caso del pandoro, senza effettuare vera beneficenza. Così facendo, invece di fare due passi in avanti, ne ha fatti quattro indietro.

    Qui il video del giorno dopo l’intervista di Chiara Ferragni e le mie considerazioni

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    Luisa Fascinelli

  • Da Fazio, il padre di Giulia  Cecchettin: patriarcato riflesso della società

    Da Fazio, il padre di Giulia Cecchettin: patriarcato riflesso della società

    Gino Cecchettin ospite a “Che tempo che fa”

    La partecipazione del padre di Giulia Cecchettin al programma di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” ha suscitato una serie di reazioni intense e contrastanti. Mentre molti hanno applaudito il suo coraggio nel sollevare questioni fondamentali sulla violenza di genere, altri hanno manifestato forti dissensi, attaccando direttamente il padre di Giulia.

    Nel corso dell’intervento alla trasmissione televisiva, il padre di Gino Cecchettin ha condiviso una prospettiva unica e coraggiosa sulla società e il ruolo del patriarcato. Attraverso una conversazione aperta e penetrante, ha affrontato tematiche importanti che spesso vengono tralasciate nell’ambito mediatico.

    Il cuore del discorso ha ruotato attorno all’idea che chi compie atti violenti non debba essere etichettato automaticamente come un “mostro“, ma piuttosto come un riflesso del patriarcato che ancora permea in molte sfere della nostra società. Questa prospettiva provocatoria invita a una riflessione profonda sulla radice dei comportamenti violenti e sulla necessità di affrontare le cause sottostanti, piuttosto che semplicemente condannare gli individui.

    Gino Cecchettin continua sottolineando l’importanza di un dialogo aperto e rispettoso sulla questione del patriarcato. Ha suggerito che solo attraverso la comprensione reciproca e l’educazione possiamo sperare di superare i pregiudizi radicati nella nostra società.

    L’incoraggiante invito a “ballare sotto la pioggia” pronunciato dal padre di Giulia durante il funerale è diventato una potente metafora, evidenzia che, nonostante le avversità, è nostro dovere continuare a muoverci in avanti per coloro che ci sono vicino. Questo significativo messaggio invita a superare le barriere e ad abbracciare la vita con coraggio, indipendentemente dalle sfide che possiamo incontrare lungo il percorso.

    Gino Cecchettin ha condiviso che, già dal giorno della denuncia della scomparsa della figlia, aveva la crescente consapevolezza che la sua amata Giulia non fosse più tra di loro. Nonostante questo pensiero inevitabile, ha continuato a nutrire una fiamma di speranza, che solo un genitore può davvero comprendere.

    In questo periodo difficile, l’Associazione Penelope è stata una presenza costante e solidale per la famiglia di Giulia. Ha offerto un sostegno emotivo, pratico e legale aiutandoli a fronteggiare la complessità delle indagini e delle procedure. Il padre ha espresso la sua gratitudine e riconoscenza verso l’associazione, rilevando quanto il loro intervento abbia alleviato, almeno in parte, il peso del dolore e delle difficoltà emotive.

    Nel corso dell’intervista, il padre non ha fatto alcun riferimento a Filippo Turetta, evitando accuratamente di pronunciare il suo nome. Nonostante l’indicibile dolore che sta affrontando, ha scelto di concentrarsi su altri aspetti della vicenda, mantenendo il riserbo sulle responsabilità del ragazzo e sulla tragica scomparsa di sua figlia.

    In un mondo che spesso rifugge dalle discussioni difficili, la storia del padre di Giulia serve come un chiaro richiamo alla necessità di esplorare, capire e trasformare i modelli culturali che ancora influenzano le nostre vite. La sua voce si unisce a un coro crescente di individui che cercano di portare cambiamenti positivi, aprendo la strada a una società più equa e consapevole.

    Rompere la catene del patriarcato richiede un impegno collettivo e un cambiamento culturale. Ha enfatizzato l’importanza di abbracciare la vulnerabilità e l’intimità nelle relazioni, sottolineando che gli uomini devono imparare a esprimere apertamente i loro sentimenti e pronunciare più spesso un sincero ‘ti amo‘ alle donne che fanno parte della loro vita. Questo gesto non solo rafforza i legami emotivi, ma contribuisce anche a smantellare gli stereotipi di genere che hanno radici profonde nella nostra società.

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    Luisa Fascinelli