È stata un’operazione lampo quella condotta dalla Squadra Mobile della Questura spezzina che ha tratto in arresto, in flagranza di reato, un uomo ed una donna resisi responsabile, in concorso tra di loro e con un altro soggetto ancora da identificare, del reato di truffa aggravata in pregiudizio di una persona anziana.
Occorre premettere che nell’ultimo periodo si è registrato un incremento delle truffe telefoniche in danno di persone anziane, solitamente consumate ingenerando nelle vittime il timore di un pericolo immaginario ovvero l’erroneo convincimento di assecondare le richieste di un familiare. Il denominatore comune è che l’interlocutore, dopo aver vinto la diffidenza delle vittime, le induce a porre in essere atti per loro pregiudizievoli sotto il profilo economico.
Nell’ottica di prevenire questi insidiosi reati è stata effettuata, sia dalle forze dell’ordine che da enti ed associazioni, una mirata campagna di informazione, illustrando le più diffuse tecniche utilizzate per consumare questo tipo di truffe, fornendo anche consigli per evitarle e raccomandando, in ogni caso sospetto, di contattare sempre il numero di emergenza “112”.
Tale strategia si è rivelata ancora una volta fruttuosa atteso il fatto che nel primo pomeriggio di ieri 10 ottobre 2023 iniziavano a pervenire, alla centrale operativa della Questura della Spezia, diverse chiamate da parte di individui che segnalavano molteplici tentativi di truffe telefoniche in atto.
Veniva così rafforzato il consueto piano volto alla prevenzione e repressione dei reati, impiegando tutte le pattuglie disponibili della Squadra Mobile nel controllo del territorio, nell’intento di individuare gli autori di questi tentativi di truffa, evidentemente presenti in città.
Gli Agenti della Mobile, proprio nel pattugliare il centro cittadino, individuavano un’autovettura a noleggio, condotta da una donna e con a bordo un giovane munito di cappellino con visiera che nascondeva parzialmente il volto i quali, per il loro atteggiamento, destavano sospetti.
In particolare le attenzioni degli investigatori si concentravano sull’uomo che, una volta sceso dall’autovettura, attraversava diversi isolati a piedi, dando l’impressione di non sapere dove andare. Il predetto, che risultava essere sempre al telefono, sembrava seguire le indicazioni della persona con la quale stava conversando, verosimilmente alla ricerca di un numero civico o di qualche altra indicazione.
Raggiunta una palazzina di una via del centro – sempre discretamente pedinato dagli uomini e dalle donne della Squadra Mobile – veniva visto suonare ad un citofono ed entrare all’interno di un palazzo.
Veniva approntato un servizio di appostamento e, dopo pochi minuti, non appena l’uomo usciva dal palazzo, veniva fermato ed identificato per un ventottenne di origine campana, già gravato da precedenti di polizia, che non era in grado di fornire una adeguata giustificazione circa la sua presenza nel luogo.
Il predetto, inoltre, presentava un rigonfiamento della tasca e, a seguito di immediata perquisizione, trovato in possesso di oltre quattro etti di oro che, con uno stratagemma, si era immediatamente prima fatto consegnare dalla vittima: una novantunenne raggirata al telefono da una persona spacciatasi per il nipote, così indotta a consegnare tutti i suoi averi al giovane, che si avvedeva troppo tardi non essere il proprio familiare.
La donna alla guida dell’autovettura, una quarantacinquenne campana già gravata da precedenti di polizia specifici, che si era allontanata a debita distanza durante la consumazione della truffa, veniva rintracciata poco dopo mentre stava per imboccare il raccordo autostradale per guadagnarsi la fuga, dopo aver aspettato il complice in un luogo precedentemente convenuto ed aver intuito che lo stesso potesse essere stato fermato dalla Polizia.
A bordo dell’auto, a seguito di perquisizione, venivano rinvenuti i documenti dell’uomo, ad ulteriore conferma del fatto che i due fossero insieme prima della consumazione della truffa e che la donna lo stesse aspettando.
All’anziana vittima sono stati subito restituiti tutti i preziosi che, al di là del valore intrinseco, stimato sull’ordine dei 15 mila euro, avevano un incommensurabile valore affettivo.
Stante la flagranza del reato la coppia veniva tratta in arresto e, assolte le formalità di rito, l’uomo associato presso la casa circondariale di Villa Andreino mentre la donna presso quella di Genova Pontedecimo, a disposizione della locale Autorità Giudiziaria.
La posizione degli arrestati – ai quali viene contestato il reato di truffa aggravata in concorso – è ora al vaglio del sostituto Procuratore della Repubblica dott.ssa Alessandra CONFORTI e poi del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale della Spezia, per una puntuale analisi delle condotte e responsabilità di ciascun indagato. È fatta salva in ogni caso – in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, che possono far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede.
La Spezia 11 ottobre 2023.
La redazione