Categoria: Cronaca nera

  • Delitto Giulia Tramontano tutti gli aggiornamenti

    Delitto Giulia Tramontano tutti gli aggiornamenti

    Il delitto che ha scosso l’opinione pubblica

    Nelle indagini sull’omicidio di Giulia Tramontano e del suo nascituro Thiago, si è scoperto che nel corpo della donna erano presenti tracce di sostanze tossiche, compatibili con veleno per topi. Lo stesso tipo di veleno è stato trovato nella cucina della casa in cui Giulia conviveva con Alessandro Impagnatiello. Per chi non conoscesse la storia, Giulia è stata uccisa dal suo fidanzato con 39 coltellate tra il 29 e 30 maggio, dopodiché ha nascosto, prima il corpo in cantina e poi nel portabagaglio della sua T-Roc bianca, per poi abbandonarlo in un’area vicina ad alcuni box a Senago (Milano). Questo potrebbe aggravare la posizione di Impagnatiello, poiché l’ipotesi di premeditazione, inizialmente respinta da lui e poi rigettata dal Gip, sta diventando più plausibile. Infatti, si è scoperto che Impagnatiello aveva cercato online informazioni su come uccidere con veleno per topi, come uccidere una donna incinta con il veleno e come avvelenare un feto, qualche giorno prima dell’omicidio. Questi dettagli si aggiungono al fatto che Impagnatiello era in possesso di confezioni di veleno per topi e che Giulia aveva accusato sintomi che erano stati scambiati per nausea da gravidanza.

    Indiscrezioni dell’ultima ora dicono che è stata rilevata la presenza di veleno per topi con un ‘aumento’ delle somministrazioni ‘negli ultimi 45 giorni’. La giovane di 29 anni, deceduta dissanguata, è rimasta viva anche dopo le prime coltellate.”

    Guardate il mio video sugli aggiornamenti del delitto

    Attualmente, la consulenza medico legale relativa all’omicidio di Giulia Tramontano e del suo bimbo non è ancora stata presentata ufficialmente alla Procura di Milano. Ciò che è stato riportato finora sono solo anticipazioni, come dichiarato da Il Giorno. Tuttavia, queste notizie hanno portato a una richiesta di prolungamento dei tempi per le indagini. L’obiettivo principale è delineare le possibili circostanze aggravanti al fine di perseguire l’ergastolo come condanna in primo grado, oltre ai futili motivi e al legame parentale. È improbabile che possa essere stabilita l’aggravante di duplice omicidio, dato che attualmente non esiste una base giuridica adeguata per tale accusa.

    Il corpo di Giulia è stato parzialmente bruciato, il che complica l’accusa di crudeltà. Non è confermato se sia morta dopo la prima coltellata. Presto saranno aggiunte le conclusioni dei carabinieri, l’analisi dei dispositivi di Impagnatiello e informazioni scientifiche sulle tracce e le impronte.

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    Luisa Fascinelli

  • Delitto Garlasco: Stasi quante cose non dette

    Delitto Garlasco: Stasi quante cose non dette

    13 agosto 2007 – 13 agosto 2023: 16 anni di misteri e non verità


    Il delitto di Garlasco ha profondamente scosso l’opinione pubblica fin dall’inizio. Ricordo con grande precisione il giorno in cui è avvenuto e ho seguito attentamente ogni sviluppo di questo inquietante caso di cronaca nera, ancora avvolto nel mistero. Purtroppo, Chiara Poggi ha ottenuto solo una giustizia parziale, poiché nel 2015 ad Alberto Stasi è stata inflitta una condanna definitiva di 16 anni dalla Corte di Cassazione. Questa sentenza è giunta dopo le precedenti assoluzioni annullate nel 2009 e nel 2011, e ha comportato una riduzione della pena di un terzo grazie al rito abbreviato (a oggi i femminicidi sono esclusi dai riti abbreviati e sconti di pena cliccate qui per tutte le info).

    Guardate il video dettagliato di questo caso

    Nel delitto di Garlasco anche l’ex Maresciallo dei Carabinieri Francesco Marchetto, ora in pensione, era stato condannato a due anni e mezzo di reclusione per falsa testimonianza e al risarcimento dei danni alla famiglia di Chiara Poggi, con una provvisionale di 10 mila euro. Nel 2007, anno del delitto, Marchetto ricopriva il ruolo di comandante della stazione dei Carabinieri di Garlasco. Secondo l’accusa, inizialmente richiesta a tre anni, l’ex maresciallo avrebbe fornito testimonianza mendace durante il processo di primo grado davanti al giudice Stefano Vitelli di Vigevano, riguardo alle motivazioni che lo avevano indotto a non sequestrare la bicicletta nera da donna in possesso di Stasi. Questo avrebbe influenzato l’esito del procedimento giudiziario.

    Sono ancora tanti i misteri che avvolgono questo delitto

    La Corte d’Appello di Milano il 12 ottobre 2017 ha respinto il ricorso dell’ex carabiniere contro la sentenza del Tribunale di Pavia e, pur riconoscendo la prescrizione del reato, ha confermato la condanna a risarcire la famiglia Poggi con 30mila euro oltre al pagamento delle spese legali.


    Se volete vedere il video della ricostruzione del delitto di Chiara Poggi qui il link

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    Luisa Fascinelli

  • Delitto Sofia Castelli, mai sottovalutare le avvisaglie

    Delitto Sofia Castelli, mai sottovalutare le avvisaglie

    L’età degli autori di questi efferati omicidi si è abbassata in modo significativo. Per invertire questa tendenza, diventa essenziale introdurre lezioni mirate fin dalle scuole elementari, indirizzate ai bambini.”

    Il delitto di Sofia Castello ha lasciato l’opinione pubblica incredula. Le dinamiche, che ha utilizzato l’assassino per aggredirla, sono da film dell’orrore. Come si può arrivare a così tanto? Dall’inizio dell’anno a oggi, i casi di femminicidio sono aumentati in modo esponenziale. Ci chiediamo quale possa essere la fine di questa tendenza e come possiamo prevenire ulteriore violenza.

    Guarda il mio video qui sotto

    È cruciale non trascurare gli atteggiamenti che questi individui compiono quotidianamente, il problema è che si sottovaluta la pericolosità a cui si sta andando incontro. Bisogna essere più attente e inquisitorie, solo così ci si può salvare. Anche piccoli gesti e comportamenti anomali sono sintomi spia. Affrontare questo problema richiede innanzitutto un’attenta prontezza nella segnalazione tempestiva.”

    Per segnalare maltrattamenti e stalking c’è il sito del 1522 cliccate qui

    Luisa Fascinelli

  • Delfino è nella Rems, il responsabile:  non è una struttura carceraria

    Delfino è nella Rems, il responsabile: non è una struttura carceraria

    Alla Rems i controlli e la vigilanza sono aumentati

    Luca Delfino, dopo aver trascorso quasi 17 anni di detenzione carceraria, è stato trasferito dalla Spezia alla Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Genova Prà. Tuttavia, la notizia del suo arrivo ha scatenato ulteriori proteste da parte dei residenti della zona circostante e dai parenti delle vittime. La paura che Delfino possa facilmente fuggire, come è già accaduto con altri pazienti, desta molto allarmismo. D’altronde in passato, alcuni dei pazienti “fuggitivi” sono stati avvistati su autobus di linea, nei quali erano saliti, come nulla fosse.

    Per le prime settimane dovrà ambientarsi alla nuova situazione

    Delfino è stato sistemato, per il momento, in una stanza singola dove consumerà anche i pasti, a disposizione ha solamente una radiolina e non la tv e la PlayStation come era stato detto inizialmente. Potrà incontrare una volta al mese i familiari e il suo avvocato.

    Attualmente non è sotto cura farmacologica, i medici lo dovranno monitorare, per alcune settimane, valutando poi il suo stato mentale attuale.

    Se, come ho letto sul Secolo XIX, i psichiatri che lo hanno visitato in carcere non hanno notato alcun miglioramento, e affermano che è rimasto nello stesso stato, di quando fu arrestato nel 2007, allora non c’è da stare affatto tranquilli.

    In ogni caso, nella Rems, oltre ad aver aumentato la sicurezza, sono state implementate le recensioni delineandole con teli di copertura, in modo che ci sia più privacy e, soprattutto, per ridurre al minimo il disagio agli abitanti limitrofi.

    Continuerò a monitorare questo caso di cronaca nera che ho seguito sin dall’inizio, cercando di comprendere i fatti nella loro realtà. Nel giro di poche ore pubblicherò anche un video abbinato a questo articolo.

    Se non avete letto il mio precedente articolo cliccate qui

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    Luisa Fascinelli


  • Liliana Resinovich: arrivano gli avvisi di garanzia?

    Liliana Resinovich: arrivano gli avvisi di garanzia?

    Dopo il rigetto dell’archiviazione della morte di Liliana Resinovich il caso entra nel vivo

    L’antropologa e ontologa forense Cristina Cattaneo è stata nominata dalla procura di Trieste come consulente, per avviare gli accertamenti medico legali sulla reale causa della morte di Liliana Resinovich nonché qualsiasi tipo di lesione, datazione, ecc. chepossa venire alla luce dagli esami.

    La consulente dovrà consegnare la sua relazione entro il 15 dicembre

    Le voci che circolano in queste ore è dell‘arrivo di un avviso di garanzia per il marito Sebastiano Visentin come atto dovuto per poter permettere agli inquirenti accertamenti che altrimenti non potrebbero essere eseguiti. Quello che mi chiedo: non lo potevano aver già fatto? In ogni caso vi lascio il mio video su tutte le ultime news di questo caso che ha dei contorni veramente misteriosi.


    Tutte le informazioni sull’antologa forense Cristina Cattaneo le trovi qui

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    Luisa Fascinelli

  • Delfino dal carcere della Spezia alla Rems a Genova

    Delfino dal carcere della Spezia alla Rems a Genova

    Preoccupazione dei parenti delle vittime per possibile fuga dalla struttura psichiatrica

    Luca Delfino è stato soprannominato il “killer delle fidanzate” per aver ucciso Antonella Multari, sua ex fidanzata, il 10 agosto 2007 a Sanremo. In precedenza, nel 2006, era stato accusato per l’omicidio di un’altra donna, Luciana Biggi, che era stata anch’essa una sua ex fidanzata. Tuttavia, Delfino fu processato e poi assolto da questa accusa.

    Luca Delfino il 28 luglio, finirà di scontare i quasi 17 anni di reclusione nel carcere della Spezia. Successivamente sarà trasferito nella Rems (Residenza per le misure di sicurezza) di Villa Caterina a Genova Prà, dove rimarrà per sei anni e mezzo a causa della sua perdurata pericolosità sociale. Fino a questo momento Delfino è stato detenuto in cella singola, ma a Genova ciò non sarà più possibile. Proprio per questo motivo, che il suo avvocato teme, che l’incontro con gli altri pazienti possa essere traumatizzante. In carcere Delfino non è mai interessato a socializzare con gli altri detenuti.

    Guarda il mio video a fine articolo

    Inoltre, lo spazio disponibile nella Rems è limitato a 20 persone, quindi per lui potrebbe essere un’ulteriore sofferenza trovare una stanza in cui stare da solo. Oltre a ciò, i parenti delle donne uccise sono molto in ansia per il suo arrivo, temono che lui possa fuggire e fare del male a loro. La Rems non è una struttura carceraria, il responsabile Paolo Rossi rassicura le famiglie sostenendo che sono stati rinforzati i sistemi di sicurezza e la vigilanza. Purtroppo proprio ieri, invece, un paziente è riuscito a fuggire ai controlli e a far perdere le sue tracce. Fortunatamente venerdì 21 luglio nel pomeriggio è ritornato spontaneamente.
    Questo ulteriore accadimento sta facendo aumentare l’apprensione tra i residenti della zona e tra alcuni parenti delle vittime, i quali, inoltre non vivono troppo distanti dalla zona stessa.”

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    Luisa Fascinelli

  • Liliana Resinovich: a che punto sono le indagini

    Liliana Resinovich: a che punto sono le indagini

    La tragica fine di Liliana Resinovich ha creato molto scalpore nell’opinione pubblica. A 18 mesi dal ritrovamento del suo cadavere che fu il 5 gennaio 2022 a Trieste nell’area boschiva dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni le cause della sua morte sono ancora sconosciute. Qui sotto due video che spiegano la situazione attuale dell’indagine.

    Guarda il video del ritrovamento del corpo clicca qui

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    Primo video aggiornamenti Liliana Resinovich
    Secondo video aggiornamenti