Categoria: Cronaca nera

  • Turetta arrestato a Lipsia: aveva finito benzina e soldi – aggiornamenti

    Turetta arrestato a Lipsia: aveva finito benzina e soldi – aggiornamenti

    La fuga compulsiva di Filippo Turetta è giunta al termine a Lipsia, in Germania. La polizia tedesca è intervenuta dopo la segnalazione di alcune auto di passaggio, che avevano notato una macchina ferma nella corsia d’emergenza senza lampeggianti. Dopo gli accertamenti, quando è emerso che Turetta era oggetto di un mandato di cattura europeo, è stato subito portato in caserma. Si era fermato a causa della mancanza di soldi e benzina, non con l’intenzione di costituirsi. Tra qualche giorno, è previsto il suo ritorno in Italia, poiché non si è opposto all’estradizione.

    Le autorità tedesche hanno convalidato ieri pomeriggi l’arresto di Filippo Turetta, accusato dell’assassinio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. La polizia di Halle ha dichiarato che il cittadino italiano è stato presentato davanti al giudice del Tribunale di Halle, il quale ha deciso di metterlo in arresto, non ha risposto a nessuna domanda. Dopo la convalida, il ragazzo è stato trasferito in un centro detentivo nella città di Halle.

    L’Italia ha finalizzato la traduzione in tedesco del MAE (mandato di arresto europeo) e l’ha trasmessa alle autorità tedesche. Una volta completata la procedura di estradizione, un team della polizia giudiziaria italiana si recherà in Germania per prelevare il 22enne e riportarlo in Italia, dove sarà a disposizione dell’autorità giudiziaria. I magistrati incaricati del caso intendono porre diverse domande al giovane, al fine di chiarire dettagli ancora mancanti e, soprattutto, valutare la presenza di premeditazione nelle azioni contestate.


    Il padre del ragazzo, Nicola Turetta rivolgendosi ai giornalisti dopo la cattura del figlio in Germania dichiara: non capiamo come possa essere accaduta una cosa del genere, porgiamo le massime condoglianze alla famiglia di Giulia. Con Filippo, sembravano la coppia perfetta, venivano sempre qui. Non riusciamo a capire come possa averlo fatto, gli abbiamo dato tutto quello che potevamo dargli, ho sempre pensato fosse il figlio perfetto come padre, mai problemi a scuola, nessun litigio con i compagni, neppure con il fratello. Trovarmi in una cosa del genere… non è concepibile, gli è scoppiato qualcosa nel cervello. La prima volta che si sono lasciati diceva: mi ammazzo, mi ammazzo, io non vivo senza lei.

    Io gli dicevo: dai ne troverai altre. Poi si sono rimessi insieme, ma Giulia forse aveva capito che non era il ragazzo giusto, si sono lasciati ad agosto, poi si si sono ripresi con con l’università ma lei era sicura che quando usciva con lui non rischiava nulla, un ragazzo violento lo vedi… e invece…. so che una volta l’ha seguita a Padova, ma non è che andasse tutte le sere sotto casa a perseguitarla. 

    Dai primi accertamenti, il medico legale Antonello Cirnelli, incaricato dalla Procura di Pordenone, ritiene impossibile che Giulia fosse ancora viva molte ore dopo l’aggressione quando, l’ex fidanzato Filippo Turetta, ha occultato il cadavere di Giulia nella scarpata della Val Caltea, a Barcis. Il medico legale ha inoltre confermato che la morte è stata causata da 20 coltellate profonde inflitte con violenza alla testa e al collo.

    È stato un cane della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia a svolgere un ruolo cruciale nel trovare Giulia, individuandola sotto un piano stradale in una zona difficilmente accessibile. La situazione è stata così complessa che il recupero del corpo è stato necessario l’intervento di una squadra speleo-alpino-fluviale di Pordenone.

    Più di cinquemila persone hanno partecipato ieri verso le 19 a Vigonovo (Ve) alla fiaccolata silenziosa nel ricordo di Giulia Cecchettin, nessun discorso solo silenzio e dolore. Hanno partecipato più di 30 sindaci della zona, presente anche il padre di Filippo Turetta.

    La premier Meloni scrive sui social :

    Ogni singola donna uccisa perché colpevole di essere libera è una aberrazione che non può essere tollerata e che mi spinge a proseguire nella strada intrapresa per fermare questa barbarie.
    Prosegue: è già stato approvato all’unanimità dalla Camera, e mercoledì sarà in aula al Senato, il nostro disegno di legge per il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo”, sono stati aumentati “considerevolmente i fondi per il piano anti-violenza e per la tutela delle donne in uscita da situazioni di violenza. È già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole.

    Il ministro dell’istruzione e del merito Valditara oggi invierà a tutte le scuole italiane un invito a rispettare un minuto di silenzio nella giornata di martedì in onore di Giulia e di tutte le donne abusate e vittime di violenze e annunciando che mercoledì sarà presentato in conferenza stampa il piano: Educare alle relazioni.

    Il giorno dei funerali in Veneto sarà lutto regionale, ha così dichiarato il Governatore Zaia.

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    La redazione

  • A Giulia dedicato il maxi schermo sul palazzo della Regione Liguria

    A Giulia dedicato il maxi schermo sul palazzo della Regione Liguria

    Maxischermo a Genova dedicato a Giulia Cecchetin

    “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne”, con questi versi di Alda Merini, la Regione Liguria ha dedicato il maxischermo alla memoria di Giulia Cecchettin, uccisa sabato 11 novembre per mano del suo ex fidanzato.

    Ricordiamoci che la lotta contro la violenza sulle donne non riguarda solo la giornata del 25 novembre, ma è un impegno costante che coinvolge la società nel suo complesso.

    Educare le persone, promuovere il rispetto reciproco e sostenere le vittime sono aspetti fondamentali di questa lotta che dovrebbe che dovrebbe coinvolgere tutti per creare un mondo al femminile a 360º.

    La redazione

  • Ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin ennesimo modus operandi

    Ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin ennesimo modus operandi

    Da ieri, la speranza di ritrovare Giulia viva si era ridotta drasticamente. Oggi, con il rinvenimento del corpo e il riconoscimento del cadavere da parte del padre, rimane solo rabbia e dolore per l’ennesima tragedia che forse si poteva evitare.

    Ultim’ora: “il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha rivolto un appello a Filippo Turetta, l’ex accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, esortandolo a costituirsi e fornire la propria versione dei fatti.

    La svolta nelle indagini è avvenuta giovedì mattina in modo del tutto casuale, quando il “Targa system” che registra i veicoli all’ingresso dell’area turistica di Piancavallo, è stata riattivata dopo quattro giorni di inattività dovuti a lavori di manutenzione.

    Il device aveva comunque continuato a registrare gli spostamenti, anche se non li trasmetteva al centro operativo. Al momento della riaccensione, l’alert è stato attivato a seguito del passaggio della punto nera di Turetta.
    La zona interessata era però completamente periferica e il ragazzo aveva seguito un percorso bizzarro rispetto ai successivi rilevamenti fino alla diga del Vajont, per questo motivo gli investigatori si erano subito insospettiti e hanno iniziato una ricerca accurata lungo i dodici chilometri di strada che separano Piancavallo dal lago di Barcis, focalizzando l’attenzione laddove già si concentravano le indagini dei Carabinieri. E dove oggi è stata ritrovata in un canalone Giulia Cecchettin.

    La dedica della sorella di Giulia su IIg


    Il telefono cellulare di Filippo è ancora online, un aspetto rilevante, anche se ciò non implica necessariamente che il ragazzo lo stia utilizzando; anzi, il telefono appare disattivato, ma per motivi legati al server può ricevere messaggi, incluso WhatsApp. Ciò è possibile poiché l’app di messaggistica è connessa al computer del ragazzo, dispositivo già confiscato dagli inquirenti.

    L’avvocato di Filippo, Emanuele Compagno, ha chiarito questa situazione. In pratica, è possibile inviare messaggi al suo cellulare, come hanno già fatto i genitori e la sorella di Giulia Cecchettin. Tuttavia, tali messaggi risultano consegnati ma non letti, come evidenziato dalla mancanza delle doppie spunte blu verdi. In realtà, il cellulare del 22enne è risultato spento dallo scorso sabato e non ha mostrato altri segnali di attività.

    La massima priorità in questo momento è il rintracciamento del ragazzo. Le indagini sono focalizzate su Filippo Turetta, per il quale è stato emessao un mandato di arresto europeo. Le operazioni di ricerca sono state estese anche in Austria, dove si suppone che sia transitato. Il suo arresto è di primaria importanza per dare giustizia a Giulia e per la prosecuzione delle indagini.

    Qui gli altri articoli collaterali:

    Qui trovate il primo articolo dettagliato su questo caso cliccate qui

    Qui trovate il secondo articolo con gli ultimi aggiornamenti qui il link

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    La redazione


  • Giulia Cecchettin: per l’ex Filippo Turetta mandato di arresto europeo (MAE)

    Giulia Cecchettin: per l’ex Filippo Turetta mandato di arresto europeo (MAE)

    Secondo quanto riportato dal direttore de “Il Gazzettino” a Quarto Grado, sembra che Filippo Turetta potrebbe trovarsi in Austria, e non ci siano invece segnalazioni del ritorno della sua auto in Italia. Le telecamere stradali avrebbero catturato solo la sagoma di lui a bordo dell’auto.
    Il ragazzo è stato ufficialmente indagato con l’accusa di tentato omicidio, aggravato dal fatto che il reato è stato commesso nei confronti di una persona con cui aveva una relazione affettiva. Inoltre verso di lui è stato emesso anche un mandato di arresto europeo.

    Qui di seguito il testo che porta Filippo Turetta a essere indagato per tentato omicidio,
    dalle carte giudiziarie visionate dall’Adnkronos, gli inquirenti scrivono: poneva in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte colpendola nuovamente al fine di evitare che la stessa fuggisse.

    Dopo aver colpito Giulia con calci mentre si trovava a terra, tanto da farle gridare mi fai male e invocando aiuto, Turetta viene poi ripreso mentre si sposta insieme alla ragazza obbligata a salire in auto, in un’altra zona, dalla quale la 22enne fugge.
    Rincorsa, viene colpita alle spalle da Turetta, che l’aggredisce violentemente, provocandone la caduta, per impedire che si allontanasse e producendole, quale conseguenza della propria azione – si legge – ulteriori ferite e ulteriori copiosi sanguinamenti, che determinavano che la parte offesa rimanesse a terra apparentemente esanime mentre il Turetta caricava il suo corpo nella propria auto, allontanandosi dal luogo dei fatti e rendendosi immediatamente irreperibile.

    Proprio davanti la ditta sono state repertate 7 grosse macchie di sangue, alcuni capelli e dello scotch. Si attendono gli esiti del dna per sapere se effettivamente appartengono a Giulia.

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    La direzione

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  • Indagato per tentato omicidio Filippo Turetta ex di Giulia Cecchettin

    Indagato per tentato omicidio Filippo Turetta ex di Giulia Cecchettin


    Ultim’ora: Filippo Turetta è stato ripreso da una telecamera di sorveglianza il sabato 11 novembre, mentre aggrediva Giulia Cecchettin, all’interno delle registrazioni delle telecamere di sicurezza dell’azienda Christian Dior situata in via Quinta Strada a Vigonovo. Tale episodio costituisce uno dei motivi per cui Filippo Turetta è stato oggetto di indagine.

    Arrivato a casa della famiglia Turetta l’avvocato Emanuele Compagno,  è stato chiamato come legale d’ufficio per assistere Filippo Turetta che risulta tuttora irreperibile.

    Filippo Turetta è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di tentato omicidio, come dichiarato dalla procura di Venezia in un comunicato stampa. Questa misura è stata presa anche per garantire il suo diritto alla difesa e facilitare le necessarie attività investigative non ripetibili. Al fine di esplorare ogni possibile pista, sono state condotte perquisizioni nella mattinata odierna (venerdì). La procura precisa che l’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta in seguito al “primo esito” delle indagini volte a determinare eventuali responsabilità di natura penale. Inoltre, alcuni investigatori si sono recati questa mattina presso l’abitazione di Turetta a Torreglia (Padova), per l’acquisizione di ulteriori elementi di prova.

    Attualmente, le operazioni di ricerca sono concentrate nella Val Pusteria, con un’attenta esplorazione di fiumi, aree boschive e edifici rurali abbandonati. Le indagini, sono inoltre incentrate sull’individuazione della Fiat Punto nera con targa FA015YE appartenente a Filippo Turetta. Le forze dell’ordine, tra cui carabinieri, Guardia di finanza e le sezioni pusteresi del Soccorso alpino, stanno conducendo ulteriori ricerche nei comuni di Sesto, San Candido e Dobbiaco.

    Dopo aver eseguito controlli sui fiumi, sorvoli con elicotteri e droni, utilizzato cani molecolari e sommozzatori, oggi le operazioni di ricerca si sono ulteriormente estese al lago di Barcis (Pordenone) con l’impegno continuo di carabinieri, vigili del fuoco e protezione civile.

    Nel corso delle ricerche di ieri, è stato rinvenuto anche un brandello di tessuto bianco (forse parte di un reggiseno) che si sarebbe incastrato nella rete metallica in un’ansa di canneti, nella zona di Santa Maria di Sala nel Veneziano, vicino al Castello di Stigliano. Sul pezzo di tessuto sono in attesa gli esiti dell’esame del DNA, finalizzato a verificare eventuali legami con i due ragazzi scomparsi. Inoltre, sono stati trovati dei capelli su un tratto di asfalto dove erano state trovate le grande macchie di sangue nella zona industriale a Fossò, in provincia di Venezia.

    Aggiornamenti in corso.

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    La redazione

  • Ragazzi scomparsi in Veneto il mistero continua

    Ragazzi scomparsi in Veneto il mistero continua

    Giulia Cecchin si sarebbe dovuta laureare il 16 novembre

    Golfo dei Poeti news sta seguendo il caso dei due ragazzi scomparsi in provincia di Venezia. Sabato 11 novembre, Giulia Cecchettin, 22 anni, è uscita con l’ex fidanzato Filippo Turetta.

    Dopo essere andati al centro commerciale, Giulia e Filippo sono tornati a Vigonovo, dove vive la ragazza. Verso le 23.15, sono stati visti litigare nel parcheggio dietro casa di lei. Un vicino ha udito le grida di una donna, presumibilmente Giulia, e successivamente ha osservato un uomo che la costringeva a salire in auto. I due ragazzi avevano avuto una relazione che si era conclusa ad agosto, per scelta di lei, che lo riteneva troppo geloso e possessivo. I genitori di Filippo riferiscono che da diverso tempo il ragazzo era depresso poiché non aveva superato la rottura, anche se appariva tranquillo. Nonostante la separazione, Giulia ogni tanto lo incontrava in amicizia per rassicurarlo, come accaduto il giorno della scomparsa.

    I due giovani si erano conosciuti all’università e avevano frequentato entrambi ingegneria biomedica a Padova, anche se lui era indietro con gli esami rispetto a lei, che avrebbe dovuto laurearsi quel giorno. Sorge il dubbio che il ragazzo non volesse che Giulia si laureasse, temendo che poi lei avrebbe potuto trasferirsi per ampliare gli studi.

    Nei giorni successivi, l’auto è stata avvistata in diverse località, grazie al sistema di rilevamento targhe “Targa sistem”, da Trevigiano a Pordenonese, fino a Treviso, Trento e Belluno.


    A Fossò, non distante dalla casa della ragazza, in una zona industriale, sono state individuate nove ampie chiazze di sangue sull’asfalto. Non è chiaro se siano connesse al caso dei due giovani, anche se sabato sera la cella telefonica ha localizzato il cellulare di Filippo in quella zona. Da quel momento, sia il cellulare di Filippo che quello della ragazza risultano ancora spenti. Al momento, si attendono i risultati del test del DNA su queste macchie di sangue. I carabinieri hanno esteso le ricerche utilizzando il monitoraggio aereo dei corsi d’acqua nel Veneziano e nel Trevigiano. Inoltre, stanno effettuando controlli attentamente lungo le strade in almeno cinque province, e due regioni, considerate possibili percorsi dei soggetti coinvolti.

    Le carte di credito dei ragazzi sono attualmente sotto controllo poiché, dopo cinque giorni dalla loro scomparsa, non sono stati rilevati movimenti. Questa situazione solleva preoccupazioni, poiché i soldi che avrebbero dovuto avere con loro potrebbero non essere sufficienti per coprire spese come l’acquisto di cibo e carburante. Inoltre, non sono stati avvistati in alcun distributore di benzina, bar, negozi, ecc. complicando ulteriormente le ricerche e alimentando le preoccupazioni sul loro destino.

    Aggiornamenti 16 novembre 20.26 fonte ANSA

    Le ricerche sulle Dolomiti non hanno dato nessun risultato e sono state interrotte. Ieri sera è stato aggiornato l’itenerario tra FVG e Veneto.


    La riattivazione odierna (16/11) di alcuni dispositivi elettronici precedentemente in manutenzione a Piancavallo (Pordenone) ha permesso di ricostruire l’intero itinerario percorso nella notte tra sabato e domenica dalla Fiat Punto nera. I dati dei veicoli in transito, conservati nella memoria dei dispositivi, sono stati fondamentali per questa ricostruzione.


    Gli investigatori stanno cercando di comprendere il motivo per cui il ragazzo abbia scelta un percorso così tortuoso. Se la destinazione fosse stata la provincia di Belluno fin dall’inizio, anziché dirigere l’auto verso Caneva, avrebbe potuto raggiungere la stessa località in meno della metà del tempo. Anche questi movimenti della macchina non lasciano pensare contesti positivi.


    Nessuno si sa spiegare come l’auto sia potuta sparite nel nulla. Seguiranno ulteriori aggiornamenti.

    La redazione

  • Alessia Pontenani: intervista  all’avvocato di Alessia Pifferi (prima parte)

    Alessia Pontenani: intervista all’avvocato di Alessia Pifferi (prima parte)

    ALESSIA PONTENANI 
ALESSIA PIFFERI 
INTERVISTA GOLFO DEI POETI NEWS
    L’avvocato Alessia Pontenani e la sua assistita Alessia Pifferi

    Alessia Pifferi, 38 anni, è a processo per omicidio volontario pluriaggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, di 18 mesi, che ha lasciato da sola a casa per sei giorni, a luglio 2022, mentre alloggiava dal suo compagno a Leffe (Bg). La Corte d’Assise di Milano ha richiesto la perizia psichiatrica per l’imputata, prossima udienza, 4 marzo 2024.

    Noi di Golfo dei Poeti news abbiamo avuto l’opportunità di intervistare l’avvocato di Alessia Pifferi, Alessia Pontenani, che ci ha gentilmente concesso una lunga e dettagliata intervista sulla sua assistita e sul processo in corso. Presenteremo i dettagli di questa conversazione in due articoli distinti.

    D.: Avvocato Alessia Pontenani  potrebbe condividere con noi quale è stata la ragione o la motivazione che l’ha spinta a rappresentare Alessia Pifferi in questo caso? Cosa l’ha portata a scegliere di difenderla? 

    R.: In realtà, come avvocato, ho sempre difeso le persone a prescindere dal capo di imputazione. Mi ha colpito particolarmente quando un collega, nominato dalla signora Pifferi, mi ha confidato che non l’avrebbe mai difesa a causa del suo gesto orribile. Ritengo che gli avvocati non debbano scegliere i reati o le persone da difendere; in tal modo, non ci sarebbe più garanzia per nessuno.
    Dal mio punto di vista, gli avvocati devono difendere tutti, facendo sempre del loro meglio, indipendentemente da ciò che la persona può aver commesso o meno. Non è mai facile; siamo, alla fine, persone normali. Ad esempio, quando ho esaminato l’autopsia della bambina della Pifferi, non ho dormito per tre giorni, tuttavia tutti hanno diritto di essere difesi, e a maggior ragione anche la signora Pifferi.
    Dalla nostra prima conversazione, ho immediatamente intuito che la signora non stava bene.
    A prescindere da ciò che dicono, nonostante le accuse di menzogne e diabolismo, provo solo grande tenerezza per la signora.

    Nel suo stato, la vedo come una persona completamente spaesata, incapace di rendersi conto appieno delle proprie azioni. Forse, solo ora sta iniziando a capire. Attualmente, sembra essere molto spaventata, ma è certamente più lucida e consapevole di ciò che ha fatto.

    È terrorizzata dalla situazione che le sta accadendo attorno. Io riesco sempre a farla sorridere, anche prima delle udienze, ma resta sempre molto impaurita. Durante l’udienza con il pubblico ministero, sono stata costretta a chiedere una pausa di 15’ minuti, poiché non riusciva più a parlare, era andata completamente in panico ed era tremolante. Ho cercato di rassicurarla, anche se le persone intorno hanno subito pensato che le stessi suggerendo le risposte. Ovviamente, non era così, ma cercavo solo di darle supporto.

    Andrea Spinelli art
ALESSIA PONTENANI 
ALESSIA PIFFERI golfo dei poeti news
    Alessia Pontenani, avvocato dell’imputata Alessia Pifferi, un’illustrazione di Andrea Spinelli Art

    D.: Quali sfide o complessità specifiche presenta questo caso rispetto ad altri casi che ha affrontato in passato?

    R.: Qui c’è molto poco di giuridico; ho seguito un altro caso di omicidio. Il mio assistito è stato assolto, mi sono dedicata alle indagini e mi sono veramente data da fare. Abbiamo scoperto effettivamente cosa fosse successo nell’omicidio nel vecchio macello di Viale Molise.

    Quello è stato un caso tra persone extracomunitarie ai margini della società. In quel caso sono state fatte le indagini perché si doveva capire chi era il colpevole; in questo caso no. Dal punto di vista giuridico, questo è in realtà molto più interessante perché si va a scavare veramente nell’animo di una persona per riuscire a comprendere cosa l’abbia spinta a questo comportamento.

    Non è stato facile neanche per me capire cosa possa pensare una persona che lascia la propria figlia sola a casa per sei giorni. Questa situazione, che all’inizio sembrava inconcepibile anche per me, dopo aver parlato molte volte con gli psichiatri, esperti e persone che si occupano di questi disturbi, ho capito che effettivamente è una tragedia, ma può accadere. Sembra assurdo, ma può succedere.

    D.: Come valuta la situazione della sua assistita dal punto di vista psicologico ed emotivo? 

    R.: È una povera donna, è stata abbandonata da tutti. Cercava disperatamente conforto e qualcuno che l’aiutasse. Stiamo parlando di una donna nata nel 1985, ma sembra nata nel 1800, perché da sola non è in grado di fare nulla. Non per pigrizia, ma perché non è in grado; per questo si faceva venire a prendere dall’autista.
    Non riusciva a prendere i mezzi pubblici e non aveva la macchina perché non è stata in grado di prendere la patente.

    Non ci ha neanche mai pensato, poiché era una cosa che non si faceva in quel tipo di famiglia, e neanche la sorella ha la patente. Comunque, le due sorelle sono state mandate a lavorare a 15 anni dai genitori.
    Stiamo parlando di un nucleo familiare concepito come se vivessero tutti in un’altra epoca, e la Pifferi è frutto di questa famiglia. Per questo cercava un uomo disperatamente nel momento in cui è rimasta incinta. Sono convinta che lei non lo sapesse davvero, per tanti motivi, e tutti lo hanno detto: non si vedeva che era incinta.
    Quando si è ritrovata con la figlia, ha pensato che dovesse trovarsi un padre anche per la bambina, oltre che per se stessa.

    Infatti, durante l’interrogatorio, ci sono dei lapsus freudiani molto importanti e interessanti dal punto di vista psichiatrico. Lei parla della bambina, ma in realtà parla di se stessa. Invece di parlare della bambina, dice: ‘Ero al mare con la bambina’. ‘Cosa hai detto al signor Angelo D’Ambrosio? Dove era la bambina quando stavi con lui? “Io gli ho detto che era al mare con mia sorella”. Lei era come se fosse tutt’uno con sua figlia, e purtroppo poi è successo quello che è successo. Lei ora la vive malissimo, molto dispiaciuta per la famiglia.

    Non tanto per la sorella, che oltretutto tra loro due c’è parecchia differenza di età, inoltre la sorella è andata via prima di casa e non ha avuto grandi rapporti con lei, ma per sua mamma, che la odia completamente e non vuole più vedere la figlia arrestata. Lei ha scritto diverse lettere in carcere per riallacciare i rapporti con la madre, (se davvero le ha scritte lei) ma questa famiglia l’ha cancellata completamente. E ora lei si trova completamente sola. Io sono rimasta l’unico punto di riferimento, infatti cerco di aiutarla in tutto, le porto dei vestiti, le do dei soldi.

    E non è vero che le sono stati mandati cosmetici, profumi o sciocchezze del genere in carcere. Mi pare di aver sentito un difensore che diceva che aveva ricevuto questo genere di prodotti, ma non è affatto vero.
    Mi rende felice notare che molte persone stanno iniziando a capire la sua effettiva situazione di difficoltà, probabilmente grazie alla mia partecipazione in televisione. Ci tengo a sottolineare che, nonostante il tempo dedicato a questa attività, lo faccio senza ricevere alcun compenso e, allo stesso tempo, sottraendolo al mio lavoro.

    Andrea Spinelli art
ALESSIA PONTENANI 
golfo dei poeti news
    Alessia Pifferi al banco dei testimoni; sullo sfondo il Presidente della Corte d’Assise Ilio Mannucci Pacini. Illustrazione di Andrea Spinelli Art

    C’è una signora che mi ha contattato e le ha mandato un paio di scarpe. Anche i vestiti che ha, erano miei e delle mie colleghe. La giacca bianca che indossava alle udienze era mia, a me stava larga, e l’ho regalata a lei. Le ho comprato un maglione a righe oro e nero che ha indossato nell’ultima udienza.
    Cerchiamo di aiutarla. Io sono andata anche al cimitero perché lei me l’aveva chiesto, e io l’ho fatto. Non è un mostro, è una donna che sicuramente ha sbagliato e doveva capire perché ha fatto quello che ha fatto. Mi piacerebbe che tutti la vedessero al di là di quello che ha commesso. Tutti parlano di carità cristiana e poi inneggiano alla pena di morte, che la trovo aberrante.
    Lei era una donna che non doveva rimanere da sola con la bambina. Non era in grado di gestirla, ma non era in grado di gestire neanche la sua vita. Lei veramente pensava che non sarebbe successo nulla perché lo aveva già fatto e non era mai accaduto nulla.

    Segue seconda parte

    Avv. Alessia Pontenani qui il suo Linkedin

    Ringraziamo Andrea Spinelli Art per averci gentilmente concesso le illustrazioni riguardanti il processo di Alessia Pifferi, noi lo abbiamo intervistato qui il link

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    Luisa Fascinelli


  • Andrea Spinelli: l’arte giudiziaria in copertina su “il venerdì” di Repubblica

    Andrea Spinelli: l’arte giudiziaria in copertina su “il venerdì” di Repubblica

    La copertina il Venerdì di Repubblica del 3 Novembre 2023 realizzata dall’illustratore giudiziario Andrea Spinelli. L’inserto contiene un’intervista a John Grisham che parla del suo nuovo libro “Lo Scambio”.

    Un altro traguardo importante per Andrea Spinelli Art, il primo e unico illustratore giudiziario italiano, che la scorsa settimana ha realizzato un’illustrazione per la copertina del Venerdì del quotidiano La Repubblica.

    Noi abbiamo avuto il piacere di intervistarlo, durante la quale ha spiegato chiaramente la sua professione e come questa si svolge. Cliccate qui per leggere l’intervista completa.

    Nella copertina del Venerdì, Andrea Spinelli ha disegnato l’avvocato e scrittore John Grisham, il quale ha venduto oltre 300 milioni di copie dei suoi libri in tutto il mondo, e molti di essi sono stati adattati in film di successo. L’illustrazione rappresenta un’ipotetica arringa in un tribunale americano. All’interno della rivista si trova un articolo di Lucrezia Quadri in cui spiega nel dettaglio il progetto di Andrea Spinelli Art. Inoltre, Gabriele Romagnolo ha intervistato il famoso scrittore Grisham, il quale parla del suo nuovo legal thriller intitolato “Lo Scambio”.

    Della copertina ufficiale ne esiste un’altra inedita, Andrea Spinelli Art la condividerà in esclusiva nella sua prossima newsletter.
    Vi invitiamo a iscrivervi per avere contenuti inediti delle sue illustrazioni e tanto altro, cliccate questo link

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    Luisa Fascinelli

    L’artista giudiziario Andrea Spinelli Art e il criminologo Francesco Paolo Esposito.
  • Omicidio Giulia Tramontano: il 18 gennaio inizia il processo

    Omicidio Giulia Tramontano: il 18 gennaio inizia il processo

    Giulia Tramontano è stata pugnalata nove volte prima di perdere la vita, e 28 volte dopo la sua morte. Questa è quanto la giudice Angela Minerva, scrive nel documento che ha portato il convivente di Giulia, Alessandro Impagnatiello, a essere processato davanti alla Corte d’Assise di Milano. La giudice riconosce tutte e quattro le circostanze aggravanti contestate dalla pm Alessia Mengazzo: premeditazione, crudeltà, vincolo della convivenza e futili motivi.

    Il trentenne rischia l’ergastolo, ma avrà la possibilità di partecipare ai programmi di giustizia riparativa. Il 18 gennaio 2024, sarà sottoposto a processo con rito immediato, che permette di evitare l’udienza preliminare e procedere direttamente al dibattimento.

    Impagniatello si dovrà difendere dalle accuse di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale.

    La famiglia Tramontano, rappresentata dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti, è pronta a costituirsi parte civile nel processo dopo che Giulia è stata uccisa poche ore dopo l’incontro con l’amante di Impagnatiello. Anche il Comune di Senago dovrebbe prendere la stessa decisione.

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    La redazione

  • Omicidio Giulia Tramontano:  chiesto il giudizio immediato per Impagnatiello

    Omicidio Giulia Tramontano: chiesto il giudizio immediato per Impagnatiello

    La Procura di Milano ha richiesto il procedimento giudiziario con rito immediato per Alessandro Impagnatiello. L’uomo è accusato di omicidio pluriaggravato, soppressione di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale nei confronti di Giulia Tramontano, sua compagna di 29 anni, che è stata tragicamente assassinata mentre era incinta di sette mesi. L’evento avvenuto il 27 maggio scorso nell’appartamento in via Novella a Senago (Mi).

    L’istanza, sottoscritta dalla procuratrice Alessia Menegazzo e dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella, sarà esaminata dalla giudice per le indagini preliminari Angela Minerva. Secondo quanto emerso dall’autopsia, precedentemente ordinata dalla procura, è emerso che per mesi Impagnatiello avrebbe cercato di avvelenare la sua compagna. Se la richiesta sarà accolta, il barman finirà direttamente davanti alla Corte di Assise di Milano. Riconosciute le aggravanti della «premeditazione» e della «crudeltà»

    Le prove di questo presunto avvelenamento risiedono nelle tracce di Bromadiolone, un principio attivo dei veleni per topi, che sono state scoperte nel sangue di Giulia e nei capelli del feto. Dalle analisi, tuttavia, non è stato possibile determinare se la somministrazione sia avvenuta attraverso piccole dosi per un lungo periodo o in un’unica volta con una quantità elevata.

    I Carabinieri della Squadra Omicidi del nucleo investigativo di Milano hanno costantemente considerato come prima ipotesi il coinvolgimento di Impagnatiello. Dalle indagini è emerso che all’inizio di gennaio, Impagnatiello aveva effettuato delle ricerche su Internet riguardo agli effetti e ai dosaggi di veleno per uccidere una persona.

    Giulia Tramontano è deceduta dissanguata a causa delle 37 coltellate inflitte dal compagno, come stabilito dall’autopsia. I medici legali hanno riferito nella loro relazione depositata alla procura che “c’è la massima infiltrazione emorragica delle ferite di significato certamente vitale“. Questa definizione scientifica indica che la ragazza è deceduta solo dopo aver ricevuto l’ultima delle coltellate.

    Si ritiene che Impagnatiello abbia colpito la ragazza con un coltello preso dalla cucina, infliggendo ferite al volto, all’area del collo e al torace. L’esame del corpo della vittima non ha evidenziato alcuna lesione sulle mani e sugli avambracci, indicando l’assenza di un tentativo di reazione. La morte di Thiago, è stata una diretta conseguenza della perdita della madre.

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